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Il dilemma dello sfruttamento idroelettrico della Valbrenta

Valsuganattiva, l’associazione di ambientalisti della Valbrenta, la quale si oppone alla possibilità che le acque del fiume siano sfruttate con delle mini centraline idroelettriche.

In realtà, la decisione è in mano alla provincia di Trento, che da una parte vede la salvaguardia dell’ambiente fiume, dall’altra la possibilità di produrre energia pulita rinnovabile, con il dovuto corrispettivo.

Il concetto si evince anche dal comunicato del’associazione, qui riportato integralmente: “All’inizio del mese di marzo le amministrazioni comunali di Borgo e di Roncegno Terme si sono espresse con un voto contrario all’idea di alcune società private di presentare progetti riguardo lo sfruttamento idroelettrico sul fiume Brenta. Le due amministrazioni hanno ribadito un no a queste iniziative, pareri che però non potranno risultare vincolanti. In realtà l’amministrazione di Roncegno Terme si è espressa in maniera unanime contro simili iniziative sul Brenta, mentre quella di Borgo ha lasciato intendere che in futuro simili progetti potrebbero essere auspicabili se patrocinati dal Comune stesso nei prossimi giorni avrà luogo una Conferenza dei servizi provinciali, prima che tutta la discussione in merito venga depositata presso la giunta provinciale. Fino ad ora gli interessi ambientali e paesaggistici hanno prevalso, ma sarà così anche a seguito delle valutazioni da parte dei servizi provinciali? Noi ce lo auguriamo data l’importanza del Brenta per la Valsugana. La presenza di una rinomata pista ciclabile che in gran parte percorre le sponde del fiume e l’unicità dell’abitato di Borgo attraversato dal Brenta, da soli valgono un’attenzione specifica per un approccio di grande rispetto verso questo corso d’acqua”.

E quindi ricorda che: “…già esiste una centrale di questo tipo all’altezza dell’abitato di Ospedaletto e non si vuole pensare ad un proliferare di iniziative analoghe che vadano ad intaccare un così importante patrimonio ambientale e risorsa comune. L’acqua è e deve restare un patrimonio dell’intera collettività e riteniamo deplorevole che delle società miste con la formula della partnership debbano nascere con il solo scopo di bypassare o rendere più agevoli ostacoli burocratici e normativi, come le norme che regolano lo sfruttamento idroelettrico in Provincia di Trento”.

In realtà, è un punto di difficile equilibrio, in quanto da un lato c’è una forte lobby di aziende che vorrebbero produrre elettricità a basso costo puntando ad usare un bene comune: l’acqua. Dall’altro lato c’è la necessità di preservare un ambiente paesaggistico anche rinunciando a dei vantaggi economici: in effetti, si altera, comunque, portata, flusso energia potenziale e cinetica dell’acqua.

Ovviamente, l’energia idroelettrica è un’ottima risorsa rinnovabile, poiché, rispetto al fotovoltaico ed all’eolico, ha una capacità di produzione abbastanza stabile.

Altro aspetto sarebbe, piuttosto che concedere l’utilizzo “privato a delle aziende che investono per profitto” consentire l’impiego di microgeneratori idroelettrici per uso abitativo o per uso di piccolo esercizio economico, sfruttato da chi vive sul fiume o, meglio, lungo il fiume.

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