Federico D’Incà parlamentare veneto del Movimento 5 Stelle ha visitato il tratto di fiume Brenta che attraversa Valstagna e a San Nazario dove si lotta per evitare che la centralina idroelettrica deturpi il paesaggio.
Il parlamentare ha dichiarato : “”In questo tratto il Brenta conserva ancora tutte le sue caratteristiche – avverte il deputato – perché non ci sono quei prelievi che invece sono presenti nel resto dell’asta del fiume. Si tratta di una manciata di chilometri, nei quali ci sono attività importantissime dal punto di vista sportivo, turistico e imprenditoriale.”
“Attività – continua D’Incà – che portano sul Brenta 3 mila studenti ogni anno. Ragazzi che vengono qui a imparare cos’è la bellezza e a scoprire il rapporto con l’acqua attraverso una natura che ormai non c’è più nel resto d’Italia.Il nostro no a questa ennesima centralina è scontato – dice – parliamo di un’opera che sta in piedi solo attraverso una forte incentivazione statale. Un incentivo che diventa, nella totalità di tutte le centraline sotto il megawatt, pari a un miliardo di euro all’anno. Sono soldi che vengono pagati dalla collettività tramite le bollette dell’energia elettrica. Nell’arco alpino sono in itinere circa mille progetti: 150 solo nel bellunese. Di fatto le centraline producono 2 millesimi dell’energia nazionale “e quindi possiamo tranquillamente ammettere – rivela D’Incà – che non si tratta di energia verde, ma di speculazione ai danni dell’ambiente e dei cittadini che si vedono rubare l’acqua rubare dai nostri fiumi. Fiumi che, come il Brenta, possono dare lavoro a tante
persone.”
Federico D’Inca la scorsa settimana ha presentato una interrogazione parlamentare chiedendo chiarimenti sulla situazione.
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