Il diario ritrovato di Teresa Andolfatto nata nel 1894 che racconta il dramma del profugato della Valbrenta durante la Grande Guerra. In pochi giorni le famiglie furono strappate dalle loro case e costrette a fuggire e alcune non fecero mai più ritorno. Dopo Caporetto il Prefetto ordinò l’esodo , ordine che fu trasmesso in Chiesa dall’allora parroco di Solagna, la gente di Solagna rimase unita e con diversi mezzi trovò ospitalità nelle cascine attorno a Codogno comune di Lodi in Lombardia e nei paesi limitrofi.
Teresa che aveva 23 anni all’epoca con la cognata e tre nipoti fece il lungo viaggio su un carro dove erano stipate masserizie e pochi averi . Viaggio lungo e difficile dormendo nelle stalle e dove capitava e solo a Natale arrivarono nei pressi di Verona per poi ricongiungersi con i parenti e compaesani a Codogno, i quali erano invece arrivati con la tradotta ferroviaria. La famiglia rimase a Codogno fino alla primavera del 1919.
Una famiglia, quella di Teresa, che pagò un grosso tributo alla guerra; infatti dei suoi fratelli, Sebastiano morì in guerra nel 1916 sull’Ortigara, così pure Pietro in un ospedale militare alla fine della guerra; Domenico, appena diciottenne, fu fatto prigioniero e di lui si perse ogni traccia; fece ritorno solo Bortolo il cui figlio Bastian nacque profugo a Codogno.
Anche Monsignor Giovanni Nervo, fondatore della Caritas nazionale Solagnese nacque profugo a Vittadone.
Solagna per commemorare il secolo anniversario dell’ospitalità di Codogno, ha ospitato una rappresentanza del comune lodigiano che ha ricambiato la nutrita visita di amministratori e abitanti di Solagna, ed è stata allestita una mostra fotografica, per le vie del paese si è svolta la rievocazione storica «I profughi» e la rappresentazione teatrale de La Piccionaia «Erano come naufraghi».
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