Si è tenuta Sabato 29 settembre 2018 a Carpanè la cerimonia per il 74° anniversario dell’Eccidio di Carpané, una delle pagine più drammatiche della Valbrenta, promossa dall’Unione Montana, in collaborazione con il comune di San Nazario, l’Anpi e l’Ancr.
Nell’eccidio furono uccise 29 persone fra le quali Gianna Giglioli, 24 anni, unica donna, incinta di quattro mesi ed il marito Angelo Valle, fatto prigioniero sul Col Moschin tredici italiani e sedici militari britannici e sudafricani, identificati grazie alle ricerche portate a termine da Sonia Residori
Il ritrovo per le autorità partecipanti, le associazioni e i cittadini è stato fissato nella frazione per le 10.15. Alle 10.30 è stata celebrata la Santa Messa. Alle 11.15, il discorso di commemorazione tenuto quest’anno dal sen. Pietro Fabris.
Al termine della cerimonia di commemorazione è stata deposta la corona d’alloro in ogni cippo che ricorda i Caduti per la Libertà del tragico autunno del 1944 in Valbrenta. Oltre ai Comuni della Valle,hanno partecipato alla commemorazione dell’eccidio anche rappresentanze dei Comuni di Bassano e di Romano.
Con questa cerimonia vogliamo tramandare alle giovani generazioni – ha ricordato nell’omelia don Patrizio Bortolini, rivolgendosi ai molti giovani intervenuti alla cerimonia di commemorazione dell’Eccidio di Carpané – i valori per i quali sono morti questi martiri che hanno sacrificato la loro vita per la patria, la libertà, la democrazia. Dobbiamo vincere il virus dell’egoismo e dell’indifferenza per aiutare il prossimo e consegnare ai giovani un mondo migliore.
«L’Europa siamo noi – ha sottolineato il presidente dell’Unione Montana Valbrenta, Luca Ferazzoli, – con la forza dei nostri valori impressi nella nostra costituzione.»
Nel discorso commemorativo il senatore Pietro Fabris ha ricordato quei drammatici giorni nei quali «tante persone hanno sacrificato la vita per l’amore verso la propria terra”.
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