Bepigio il cane cubano che vive in Valbrenta.
Era un cucciolo di meno di sei mesi malandato piagato pieno di pustole sporco e malnutrito che vagava per la spiaggia dell’Avana poi il colpo di fortuna si è rannicchiato vicino ad una persona che stava facendo colazione al bar. Ma la persona era Diego dalla Palma che così spiega l’incontro : “ Mi sono accorto di lui quando era praticamente sotto alla mia sedia – racconta -. Era talmente mal ridotto che all’inizio l’ho scambiato per un topo, non avevo davvero capito che era un cane. Poi ha emesso un lamento sforzato, ho capito che era un guaito e l’ho raccolto subito. Era in condizioni allarmanti, la pelle corrosa, tremante e magro fino all’osso. Mi ha guardato. Aveva degli occhi color oro, mi sono innamorato subito di lui. In due secondi ho deciso che sarebbe tornato a casa con me, che l’avrei salvato da quella condizione. A qualsiasi costo».L’ho subito portato in albergo, nascondendolo in uno zainetto – spiega -. L’ho lavato per bene, poi l’ho ricoperto di crema idratante per lenire le piaghe che aveva sul corpo, quindi mi sono attivato per portarlo in Italia. Mentre cercavo di avere i permessi, ho contattato un negozio per il trasportino che mi hanno fatto pagare una cifra esorbitante. Ho chiesto aiuto a diverse persone che conosco per accelerare ogni passaggio. Avevo pochi giorni, poi sarei dovuto rientrare. Non ci pensavo proprio a lasciare Bepigio: sarebbe morto, questa era l’unica certezza che avevo, e non ci stavo “ E’ stata una piccola odissea anche perché molti hanno tentato di approfittare del buon cuore di Diego della Palma per spillare qualche soldo in più ( siamo sempre in un paese povero dove vivere è difficile per le persone figurarsi per gli animali domestici. Bepigio ora vive tra la Valbrenta e Enego dove risiede Diego dalla Palma . In Valbrenta viene accudito da Romano Cornale e ristoratore :
«Diego arrivava a cena con Bepigio spessissimo spiega il ristoratore, vivevano in simbiosi, ma lui era preoccupato perché doveva lasciarlo spesso solo. Io avevo appena perso il mio cane, il dolore era talmente forte che mi ero ripromesso che non ne avrei avuti più. Poi Diego mi ha chiesto di tenergli il suo qualche volta, per pochi giorni. L’ho fatto volentieri, e ci siamo affezionati. Adesso vive con me, non ci stacchiamo mai. Diego viene a trovarlo sempre, è il nostro cane. Lo coccoliamo tanto. Attraverso lui, mentre facciamo di tutto per renderlo sempre più felice – comentano i “papà di Bepigio” -, cerchiamo di compensare tutto il dolore che provano le centinaia di migliaia di cani abbandonati ovunque».
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