In questo video la storia di Francesca Masia chiamata la ragazzo del lago.
La ragazza del lago che salva gli animali, si chiama Francesca ma nel parco Ducale a Parma è conosciuta come la “mamma delle oche” per il lavoro che da anni svolge con costanza e passione per portare il cibo agli animali che popolano l’isolotto del Giardino. E’ volontaria Nel video realizzato dalla cooperativa sociale Cabiria, Francesca Masia racconta la sua storia.
Era salita alle cronache a Luglio 2015 quando un anziano sui 75-80 anni aveva ucciso a bastonate alcuni Germani Reali una decina di anatre.
Sono cinque anni che Francesca si reca regolarmente sull’isolotto del Giardino e porta cibo alle oche. Insalata, frutta, grano, crusca e pane. Cibo che “la mamma delle oche” conserva in un piccolo magazzino privato, all’interno del parco, fornitoLe dal Comune per custodire, oltre agli approvvigionamenti per gli animali, il suo inseparabile canotto: quello che Francesca utilizza per attraversare il laghetto e sbarcare sull’isola.
Ecco L’articolo dellaRepubblica di Parma dello scorso anno
Perché lo fa? Ce lo spiega lei, in una lunga chiacchierata con Repubblica Parma nel Giardino durante una sua giornata di “lavoro”. “Gli animali dell’isolotto sono stati abbandonati dall’uomo per 15 anni. Addirittura l’oca cigno che viveva qui, portata dalle passate amministrazioni, campava solo con le poche briciole di pane che qualcuno si ricordava di darle. Così ho deciso di intervenire quando le oche del Parco si trovarono abbandonate a se stesse”, spiega Francesca mentre si carica il canotto sulla spalla e lo porta sulla riva del laghetto, partendo per la sua missione giornaliera.
“Quando ho iniziato a dar loro da mangiare in acqua, sette anni fa – ripercorre la “mamma delle oche” – mi sono accorta che questi animali morivano di stenti: indagando ho scoperto che erano abbandonati a se stessi, senza possibilità di allontanarsi e trovare cibo. Sono tutti animali provenienti da allevamenti, venduti a scopo decorativo, che tanto piacciono ai turisti”. In pratica, Francesca racconta di aver “un po’ sostituito volontariamente” la figura del manutentore degli animali comunali.
Tutte le oche, Francesca le conosce e le chiama affettuosamente per nome. Ognuna di loro ha una storia. “Ad esempio ci sono Miolò e Milly, una coppia di oche del Campidoglio che prima abitava nel giardino di una villa di un proprietario terriero di Mezzani. Qndo è scomparso, sono state portate al Parco”. Poi le oche cigno dal portamento più regale. “Abbiamo una coppia di oche cigno: il maschio ha 22 anni e abita sull’isolotto del Parco Ducale da 20 anni. È una figura storica che tutti conoscono come Romeo”. Poi Francesca ne indica un’altra al suo fianco: “Lei è la sua compagna Duchessa: è qui solo da qualche anno, l’ha donata alla città il consigliere del M5s Parma Fabrizio Savani in seguito alla morte di stenti dell’altra ocha femmina”.
Tra gli animali accuditi da Francesca, anche un’oca del Nilo: “l’ho ribattezzato Coccinella, è ricercato dagli appassionati di avicoli e animali ornamentali – spiega la custode delle oche – è un animale raro: a differenza delle altre oche d’allevamento che costano 20 euro l’una, lui ne costa 130 ed è introvabile negli allevamenti limitrofi”. Il costante lavoro di custodia delle oche, Francesca lo fa a sue spese. E anche oggi chiede un riconoscimento del suo operato: “Mi domando se il mio ruolo non possa venire riconosciuto come una mansione lavorativa utile per la custodia e il prestigio della nostra città, in fondo contribuisco anch’io alla cura del Parco, non vi pare?”.
Una situazione, quella dell’isolotto del Parco Ducale, molto diversa rispetto a come si vede oggi. Anche grazie – riprende Francesca – al mio assiduo operato: “Quando ho iniziato gli animali erano in uno stato di abbandono che era straziante, non solo per me ma per moltissimi frequentatori del Parco – ripercorre – appena arrivata sull’isolotto mi sono accorta che gli animali non si spostavano dalle rive perché tutta l’area verde era ingombrata da tronchi caduti e da piante infestanti”. Un lavoro che le ha impiegato parecchio tempo. “I primi due mesi stavo sull’isolotto sei ore al giorno per liberare l’area da questi tronchi, togliere le infestanti, sfoltire l’edera affinché i nostri animali potessero muoversi anche all’interno dell’area verde”. In più, Francesca racconta di essersi occupata anche delle casette dei cigni, già presenti sull’isolotto, svuotandole da rovi e calcinacci, disinfettandoli, per poi riempirle di paglia e coprirle con un telo impermeabile per proteggerle dall’acqua piovana.
La situazione – rende noto Francesca – è gradualmente migliorata. “Dopo quattro anni che svolgo questa attività le cose sono cambiate in meglio – dice – ad esempio i turisti che inseriscono il Parco Ducale nell’itinerario dell’arte monumentale parmigiana generalmente esprimono lodi al Comune per le buone condizioni degli animali. Per questo mi chiedo perché quello che faccio non venga riconosciuto come un lavoro che favorisce il prestigio e il buon nome della nostra città – torna a domandare – in fondo sono un po’ una risorsa cittadina, no? So di mamme che portano i loro bambini a visitate gli animali qui al Parco perché è l’unica attrazione gratuita a portata di mano. Ed è vero che i nostro animali sono uno spettacolo”.
E mentre ripone il suo fedele canotto dentro il magazzino, “la mamma delle oche” ci saluta con una massima che guida da anni il suo impegno al Parco Ducale: “Vedere degli animali che vivono dignitosamente fa bene al cuore”. (alessandro trentadue)
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