La Sogliola è restaurata . Dopo due anni di lavoro a carico dei volontari dell’associazione nella Rimessa Locomotive di Primolano.
E per festeggiare l’evento La sogliola è stata presentata alle autorità dall’associazione Società Veneta Ferrovie. Il nome completo è automotore Badoni L914 “Sogliola” e a inaugurarla erano presenti Roberto Ciambetti, Presidente del Consiglio Regionale del Veneto, Luca Ferazzoli, già sindaco di Cismon del Grappa, Mauro Illesi, già sindaco di Campolongo sul Brenta, Carlo Perli, già sindaco di Valstagna, e Alberto Cavalli consigliere Unione Montana Valbrenta.
Accolti dal Presidente SVF Federico Rigobello e dalla “Squadra Badoni”.
Alleghiamo il Comunicato stampa dell’Associazione SVF :
Storia e rinascita dell’L 914
L’automotore L914 è un rotabile ferroviario progettato e costruito per la manovra negli scali, raccordi e depositi. Venne realizzato dalla storica ditta “Antonio Badoni” di Lecco nel difficile periodo della Seconda Guerra Mondiale: infatti siamo nel 1942 e la scarsità di materie prime e apparecchiature si fa sentire sempre di più anche per il costruttore che doterà una serie di questi rotabili con motori Alfa Romeo a benzina, gli unici disponibili in quel momento e adattabili al veicolo. L’automotore viene classificato come tipo IV R e marcato 0315, sprovvisto di impianto pneumatico e dotato di cambio a tre marce: così fu consegnato al cliente “Bombrini Parodi Delfino” di Colleferro (Roma) il 21 dicembre. In seguito ricevette un motore Diesel, con un nuovo cambio a 4 marce e l’applicazione dell’impianto pneumatico, che a sua volta venne sostituito, nel 1948, con un Diesel FIAT 364 A 58 che monta tutt’ora. Dopo essere stato utilizzato a Colleferro la “Sogliola” (il soprannome dato a questo tipo di rotabili per la forma piatta) venne venduta alla SAF (“Santerno Anonima Ferroviaria”) di Imola per poi passare in mano all’ “Azienda Trasporti Consorziali Bologna” la quale lo utilizzerà lungo i raccordi che si diramavano dalla ferrovia concessa Casalecchio di Reno–Vignola, in particolare sui raccordi SIPE (“Società Italiana Prodotti Esplodenti”), questo fino alla seconda metà degli anni ’90 del secolo scorso. All’inizio degli anni ’80 verrà rimarcato L 914 cambiando livrea e vestendo quella attuale, ovvero dalla gialla precedente all’attuale gialla e rossa.
Accantonato nello scalo di Bologna Roveri, viene richiesto nel 2013 dall’associazione SVF, insieme ad altri rotabili già appartenuti all’impresa ferroviaria Società Veneta, alla società FER (“Ferrovie Emilia-Romagna”), subentrata nel 2001 nella gestione del parco ferroviario acquisito quell’anno dalla Regione Emilia-Romagna, con la cessione delle sette ex-ferrovie concesse presenti in regione da parte della Stato. Dopo l’ottenimento del comodato d’uso, il 7 febbraio 2017 l’L 914 giunge via strada al costituendo museo ferroviario di Primolano.
I lavori di restauro iniziano il successivo mese di marzo a cura dei volontari dell’associazione e si concludono a fine anno, spogliandolo completamente di ogni sua parte e portandolo al solo telaio.
Il motore e il cambio vengono inviati per la revisione a due ditte venete (Peruzzo SNC e Officina 2000), specializzate in questo tipo di lavorazioni, mentre tutte le restanti componenti sono revisionate e, se necessario, ricostruite dall’opera dei volontari. Tra gennaio e aprile 2018 vengono riverniciate e rimontate le parti che erano propedeutiche al riposizionamento del motore e del cambio, appena revisionati, avvenuto il 30 aprile. Durante la buona stagione si è provveduto alla riverniciatura di tutte le parti della cabina per poi passare al montaggio e al completamento dell’impianto elettrico e di quello pneumatico per concludersi, esattamente dopo 24 mesi dall’inizio dei lavori, con gli ultimi ritocchi della riverniciatura e l’applicazione delle marcature “L 914”, riportando la “Sogliola” al look degli anni ’80.
I lavori vengono svolti principalmente da una squadra, denominata “Badoni”, composta da cinque soci operativi, coadiuvati dagli altri volontari che si rendono disponibili a periodi alterni.
Il totale complessivo delle ore impegnate dai volontari di SVF è stato di poco meno di 1.800 ore, di cui 1.600 ore in Rimessa a Primolano mentre le altre si sono svolte in altre sedi per la rettifica di varie parti meccaniche, pianificazione dei lavori e raccolta di documentazione.
L’operazione di revisione funzionale e restauro dell’automotore è stata possibile grazie al finanziamento diffuso (crowdfunding), all’autofinaziamento dei soci e alla raccolta di contributi durante le sei giornate Porte Aperte alla Rimessa Locomotive di Primolano che l’associazione ha organizzato nel 2018. Inoltre molte piccole spese (la cui sommatoria ha raggiunto comunque una certa consistenza) sono state pagate dai soci operativi in corso d’opera per non interrompere l’avanzamento dei lavori.
SVF ringrazia tutti coloro che, a vario titolo, hanno contribuito alla riuscita di questo progetto, un altro tassello nella realizzazione del museo ferroviario dinamico di Primolano e del treno storico della Valsugana/Valbrenta.
A cura di Marco Bruzzo, Riccardo Palma e Carlo Pellegrini / SVF
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