I terrazzamenti, chiamati ‘masière’ in dialetto, sono veri e propri muri di sassi, costruiti a secco cioè senza l’utilizzo di cemento. Senza dubbio sono l’opera dell’uomo che più di tutte caratterizza la fisionomia di Valstagna. Era necessario, un tempo, riuscire ad utilizzare terreno fertile per la coltivazione del tabacco, coltura prevalente nei secoli scorsi e fino al secondo dopoguerra, costruendo questi muri a secco di contenimento. In Valbrenta e nei pendii che circondano Valstagna queste testimonianze sono ancora oggi molto presenti.
Una prima conoscenza si può fare addentrandosi nei vicini terrazzamenti di Valstagna. Dalla piazza principale del paese verso nord per poche centinaia di metri a risalire una ripida stradina asfaltata sulla sinistra, in vista del sottostante campo sportivo, fino ad arrivare ad un cortile di uno spendido gruppo di case. Da qui vi sono numerose alternative anche seguendo, senza meta, i vari sentieri che si inoltrano nei terrazzamenti e nelle case sparse. La principale diramazione è per il sentiero che conduce alla contra’ Mattietti (in abbandono) e su’ su’ (sentiero 781) fino ad arrivare all’osteria di Piangrande a metà della strada provinciale che sale verso Foza. Tra i terrazzamenti, oltre alle splendide visioni sulla valle, si possono ammirare numerose case e un pozzo d’acqua scavato in una grotta. Altra breve passeggiata è la rapida salita, per la stradina in parte asfaltata che si dirama a sinistra appena entrati in Val Franzela, alla contra’ Giaconi.