Valstagna gli angeli del fango non erano solo a Firenze nell’alluvione del 1966.
Il racconto di Angelo Gheno ex professore di matematica che nel 1966 era assessore al comune di Valstagna che si trovò a coordinare 60 volontari angeli del fango .
Alessandro e gli altri angeli sono stati premiati dal sindaco Carlo Perli durante una cerimonia commemorativa che ha visto presente il prefetto Eugenio Soldà e gli altri sindaci della valle.
Ecco il racconto di Alessandro Gheno pubblicato da il Giornale di Vicenza :”
L’acqua è arrivata in pochissimi minuti. Gli alpini che avevano appena assistito alle cerimonie del 4 novembre erano appena entrati in una trattoria proprio davanti al monumento ai Caduti. Insieme a loro è entrato anche Il Brenta, sono scappati tutti, qualcuno si è pure messo in tasca una coscia di pollo. Quando il Brenta ha invaso la Valle ero a Bassano per controllare il ponte degli alpini, hanno detto che in Valle c’era già il disastro e sono corso su – racconta -Arrivato a Oliero mi sono trovato di
fronte a un lago immenso, il Brenta era esondato e arrivata fino alla ferrovia di San Nazario, c’era acqua ovunque. Il ponte delle grotte era ormai quasi sommerso.Sono riuscito a passare per un pelo, senza essere travolto.Appena dopo la chiesetta della Madonna della Salute, 300 metri più a nord, la strada è crollata.In quel momento stava arrivando una famiglia in macchina diretta verso Bassano, mi sono messo di traverso e li ho bloccati, altrimenti sarebbero annegati. Non avevo ancora idea di quello che ci aspettava. Valstagna era sommersa . La furia della corrente aveva portato via negozi, l’ambulatorio del medico, due ponti e pure il cimitero di Primolano. C’era devastazione ovunque. I volontari sono accorsi da tutte la parti, abbiamo lavorato incessantemente per settimane, combattendo contro le malattie e contro gli sciacalli. Eravamo forti e uniti. Dopo un mese qualche attività del paese aveva già riaperto, dopo due la vita stava cominciando a tornare quella di prima. Gli angeli che hanno lavorato in Valle nessuno li ricorda mai, ma tutti devono sapere che sono stati bravi quanto quelli di Firenze. ”
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